invalsi Prova 02
Hai a disposizione un'ora e mezza (90 minuti) per rispondere a tutte le domande.
Parte A.1
TESTO NARRATIVO
Leggi il testo e poi rispondi alle domande.
IL DUBBIO DI ESSERE PAZZO
Afflitto dal dubbio di essere pazzo, volli consigliarmi con un medico circa l’opportunità
di sottopormi ad un esame psichiatrico.
«Ma sei pazzo?» mi disse quegli. «Perché vuoi farlo? Sarebbe una pazzia andare
a mettersi in bocca al lupo.»
«Naturalmente» dissi «se sono pazzo, niente di strano che commetta delle pazzie.»
«Che vuol dire?» esclamò l’altro, ridendo bonariamente. «Anch’io sono pazzo.
Ma non lo dico a nessuno. Fossi matto.»
«Perché?»
«Ma andiamo, dovrei esser pazzo per rivelare d’esser pazzo. Simulo. Fa’ altrettanto
tu e non ti creare problemi.» Mentre me ne andavo, mi richiamò. «Per carità,»
fece «non lo dire a nessuno.»
«Che cosa?» chiesi io.
«Che sono pazzo.»
«Credo che già si sappia.»
Andai da un amico.
«Vorrei simulare la tua saggezza» gli dissi.
«Ti consiglio di non imitare me, allora» mi disse.
Malgrado il parere del medico, mi presentai al manicomio e chiesi d’esser messo
in osservazione.
«Che sintomi avete?» mi domandò il direttore.
«Ecco, io mi considero pazzo.»
«Non basta. Bisogna assodare se lo siete davvero.»
«Perché? Nel caso che io fossi pazzo, lei mi considererebbe pazzo?»
«Evidentemente» rispose il dottore.
«E sbaglierebbe. Se io fossi realmente pazzo, non sarei pazzo a considerarmi
pazzo. Mentre, se non lo fossi, è chiaro che lo sarei per il fatto di ritenermi tale»
dissi allora io.
«Ma in che consisterebbe la vostra pazzia?»
«Nel credermi pazzo senza esserlo.»
«Ma allora non sareste pazzo, se non lo siete.»
«Lo sarei in quanto, senza esserlo, mi ritengo tale. Se mi ritenessi pazzo essendolo
realmente, questo mio credermi pazzo non sarebbe pazzia; mentre lo è se
non lo sono.»
Il direttore del manicomio si passò una mano sulla fronte.
«Voi mi fate diventare pazzo» mormorò.
Si rivolse all’assistente.
«Cosicché, dovremmo metterlo al manicomio se non è pazzo?»
«Precisamente» fece l’assistente. «Perché, non essendo pazzo, ritiene di esserlo.
Questa è la sua forma di pazzia.»
«Ma con questo ragionamento,» obiettò il direttore «se fosse pazzo non lo metteremmo
al manicomio.»
«Beninteso. È pazzo se non è pazzo.»
«Ma siete pazzo voi.»
«Sarei pazzo se non ritenessi pazzo uno che non essendo pazzo si considera
pazzo e che non sarebbe pazzo a considerarsi pazzo, se fosse realmente pazzo.»
A tagliar corto il direttore mi sottopose a una minuziosa visita, sperimentò le
mie reazioni, mi interrogò e alla fine mi batté affettuosamente la mano sulla
spalla e disse congedandomi: «Andate, andate tranquillo; questo vostro ritenervi
pazzo non è sintomo di pazzia. Inquantoché siete realmente pazzo».
Me ne andai tranquillizzato, sereno, ormai, essendomi tolto un gran peso dallo
stomaco: dunque non sono pazzo, visto che sono pazzo.
(adatt. da Achille Campanile, Opere, Bompiani, 2001)
-
Quanti personaggi compaiono in questo racconto?
-
Elencali qui sotto.
-
Scrivi qui sotto un sinonimo dell'aggettivo “minuziosa” (evidenziato nel testo), riferito alla visita medica di cui si parla nel brano.
-
La vicenda si risolve con un paradosso, cioè con un'affermazione contraddittoria in cui si ribadisce l'assurdità della situazione narrata. Riportala qui sotto.
Parte A.2
TESTO NARRATIVO
Leggi il testo. Scegli la risposta corretta (A, B, C o D) per la domanda.
-
Il narratore-protagonista si reca dal proprio medico perché
-
Il modo di dire “andare a mettersi in bocca al lupo” (evidenziato nel testo) significa
-
Con quale altro avverbio potresti sostituire il termine “bonariamente” (evidenziato nel testo)?
-
Che cosa chiede il narratore al suo amico?
-
L’espressione “Malgrado il parere del medico” (evidenziata nel testo) ti fa capire che il narratore
-
Indica quali delle seguenti affermazioni sono vere.
-
Alla fine del racconto, il narratore
-
La congiunzione “Inquantoché” (evidenziata nel testo) è
-
Questo è un testo di genere
Parte B.1
TESTO INFORMATIVO
Leggi il testo e poi rispondi alle domande.
LA GLOBALIZZAZIONE
Il grande sviluppo tecnologico e industriale, iniziato già nel secondo dopoguerra,
ha permesso una nuova rivoluzione industriale. Nell’ultimo cinquantennio infatti
si sono verificati profondi cambiamenti nelle fonti energetiche, nel sistema
di produzione, nelle comunicazioni, nella tecnologia e nella ricerca scientifica.
Tutto ciò ha aperto prospettive nuove per l’intera umanità e ha modificato profondamente
le abitudini di vita di tutta la popolazione mondiale. Per rimanere
solo alle novità più importanti ricordiamo lo sfruttamento dell’energia atomica,
l’astronautica, l’informatica e le biotecnologie.
Con la terza rivoluzione industriale, il principale settore dell’economia, per numero
di addetti, non è più quello primario (agricoltura e allevamento), né quello
secondario (industria), ma il terziario. Questo settore dell’economia comprende
tutti i servizi: scuola, sanità, commercio, trasporti, telecomunicazioni, turismo,
sport, ecc. Si è entrati dunque in un’epoca definita “postmoderna” oppure “postindustriale”.
Senza l’informatica non ci sarebbe stato un cambiamento così radicale: non c’è
campo nella vita umana che non ne sia interessato. L’automazione ha sconvolto
la vita degli uffici, l’introduzione dei robot quella delle fabbriche e la diffusione
dei personal computer quella delle famiglie. La telematica, cioè l’interazione tra
il mondo dei computer e le telecomunicazioni, ha permesso la realizzazione a
livello mondiale di una rete di scambi di informazioni multimediali dalle potenzialità
infinite: internet, appunto, un archivio estesissimo di immagini, suoni,
testi, programmi per computer (software), ma anche servizi utili per il cittadino
come l’accesso alla propria banca o a uffici pubblici, prenotazioni e biglietterie
di viaggi e molto altro ancora.
Gli strumenti informatici e telematici hanno reso il mondo uno spazio piccolo, a
cui si può accedere seduti di fronte a un computer. Il mondo dunque è diventato
piccolo come un villaggio, in cui posso conoscere subito tutto ciò che accade e
subito posso anche intervenire: è un “villaggio globale”, come è stato definito
dal sociologo canadese Marshall McLuhan. Il villaggio globale è dominato dagli
schermi del televisore e del computer: quando ognuno di noi si trova davanti a
questi schermi è come se si trovasse nella piazza del villaggio globale, proprio
come nella piazza degli antichi villaggi dove ci si scambiavano notizie o merci.
Nel villaggio globale la cultura dominante è quella americana: così l’inglese è
la lingua internazionale, il cinema e le serie tv americane sono viste in tutto il
mondo, i marchi del fast food attraversano il pianeta e così anche per altri settori.
Un tempo gli Stati nazionali difendevano la loro produzione con le tasse sulle
merci straniere, ora invece, con imprese multinazionali, l’economia sembra lanciata
sempre più verso la libertà totale su scala mondiale, verso l’unificazione in
un unico mercato, cioè verso la globalizzazione.
(da AA.VV., In viaggio nel tempo, Editrice LaScuola)
-
Secondo il brano, il settore in cui si sono verificati le innovazioni e i cambiamenti che hanno portato alla nascita del mondo globalizzato è l’informatica. Riporta la frase che te lo fa capire.
-
Con quale espressione il sociologo Marshall McLuhan ha definito il mondo nell’epoca della globalizzazione?
-
Trova, nel testo, l’aggettivo che corrisponde alla seguente definizione: “Che interessa più nazioni o è formato da elementi appartenenti a diversi paesi o nazioni”.
Parte B.2
TESTO INFORMATIVO
Leggi il testo. Scegli la risposta corretta (A, B, C o D) per la domanda. Solo una è corretta.
LA GLOBALIZZAZIONE
Il grande sviluppo tecnologico e industriale, iniziato già nel secondo dopoguerra,
ha permesso una nuova rivoluzione industriale. Nell’ultimo cinquantennio infatti
si sono verificati profondi cambiamenti nelle fonti energetiche, nel sistema
di produzione, nelle comunicazioni, nella tecnologia e nella ricerca scientifica.
Tutto ciò ha aperto prospettive nuove per l’intera umanità e ha modificato profondamente
le abitudini di vita di tutta la popolazione mondiale. Per rimanere
solo alle novità più importanti ricordiamo lo sfruttamento dell’energia atomica,
l’astronautica, l’informatica e le biotecnologie.
Con la terza rivoluzione industriale, il principale settore dell’economia, per numero
di addetti, non è più quello primario (agricoltura e allevamento), né quello
secondario (industria), ma il terziario. Questo settore dell’economia comprende
tutti i servizi: scuola, sanità, commercio, trasporti, telecomunicazioni, turismo,
sport, ecc. Si è entrati dunque in un’epoca definita “postmoderna” oppure “postindustriale”.
Senza l’informatica non ci sarebbe stato un cambiamento così radicale: non c’è
campo nella vita umana che non ne sia interessato. L’automazione ha sconvolto
la vita degli uffici, l’introduzione dei robot quella delle fabbriche e la diffusione
dei personal computer quella delle famiglie. La telematica, cioè l’interazione tra
il mondo dei computer e le telecomunicazioni, ha permesso la realizzazione a
livello mondiale di una rete di scambi di informazioni multimediali dalle potenzialità
infinite: internet, appunto, un archivio estesissimo di immagini, suoni,
testi, programmi per computer (software), ma anche servizi utili per il cittadino
come l’accesso alla propria banca o a uffici pubblici, prenotazioni e biglietterie
di viaggi e molto altro ancora.
Gli strumenti informatici e telematici hanno reso il mondo uno spazio piccolo, a
cui si può accedere seduti di fronte a un computer. Il mondo dunque è diventato
piccolo come un villaggio, in cui posso conoscere subito tutto ciò che accade e
subito posso anche intervenire: è un “villaggio globale”, come è stato definito
dal sociologo canadese Marshall McLuhan. Il villaggio globale è dominato dagli
schermi del televisore e del computer: quando ognuno di noi si trova davanti a
questi schermi è come se si trovasse nella piazza del villaggio globale, proprio
come nella piazza degli antichi villaggi dove ci si scambiavano notizie o merci.
Nel villaggio globale la cultura dominante è quella americana: così l’inglese è
la lingua internazionale, il cinema e le serie tv americane sono viste in tutto il
mondo, i marchi del fast food attraversano il pianeta e così anche per altri settori.
Un tempo gli Stati nazionali difendevano la loro produzione con le tasse sulle
merci straniere, ora invece, con imprese multinazionali, l’economia sembra lanciata
sempre più verso la libertà totale su scala mondiale, verso l’unificazione in
un unico mercato, cioè verso la globalizzazione.
(da AA.VV., In viaggio nel tempo, Editrice LaScuola)
-
Per quale ragione l’epoca della globalizzazione viene definita “postindustriale”?
-
Qual è, tra i seguenti, un sinonimo del termine “globalizzazione”?
-
Nel testo la rete internet viene paragonata a una “piazza”. Per quale ragione?
-
Indica quali delle seguenti informazioni sono presenti nel testo e quali no.
La globalizzazione è cominciata nel periodo tra le due guerre mondiali.
-
Indica quali delle seguenti informazioni sono presenti nel testo e quali no.
La globalizzazione riguarda sia la cultura sia l’economia mondiale.
-
Indica quali delle seguenti informazioni sono presenti nel testo e quali no.
Il settore principale delle economie globalizzate è quello dei servizi.
-
Indica quali delle seguenti informazioni sono presenti nel testo e quali no.
L’informatica rende possibile capire quanto è grande il mondo.
-
Indica quali delle seguenti informazioni sono presenti nel testo e quali no.
Le innovazioni portate da internet sono utili soprattutto per lo svago.
-
Indica quali delle seguenti informazioni sono presenti nel testo e quali no.
La cultura che influenza le altre nel mondo globalizzato è quella inglese.
-
Indica quali delle seguenti informazioni sono presenti nel testo e quali no.
Nella globalizzazione, gli Stati sono più liberi di commerciare tra loro rispetto a quanto accadeva prima.
Parte C.1
TESTO INFORMATIVO
Leggi il testo e poi rispondi alle domande.
STORIA E DIFFUSIONE DEL VIOLINO
Il violino è uno degli strumenti più amati del mondo, elemento imprescindibile
delle orchestre moderne, capace di destreggiarsi dalla musica classica a quella
metal.
Le prime documentazioni che abbiamo riguardo alla nascita del violino ci permettono
di datarlo orientativamente al XVI secolo. Ancora lontani dall’essere
gli strumenti che tutti noi oggi conosciamo, questi protoviolini erano la naturale
evoluzione di strumenti ad arco preesistenti (probabilmente le vielles e le
ribeches a tre corde). Erano divisi in tre “famiglie”, ciascuna in grado di coprire
una determinata tessitura sonora: soprano, tenore e basso.
L’Italia diede un apporto importante all’evoluzione di questo strumento. Se già
nel primo decennio del ’500 il centro di produzione più importante era Venezia
(si stima la presenza, in questo periodo, di circa 140 liutai in città), i primi strumenti
dotati della stessa forma e accordatura di quelli odierni comparvero a
Cremona, grazie ad Andrea Amati, a Brescia con Gasparo Da Salò e nella stessa
Venezia a opera della famiglia Linarol.
Contemporaneamente a ciò, altre fonti riportano la comparsa di questi strumenti
anche in altre parti d’Europa, quali Francia, Paesi Bassi e Germania, suonati
da musicisti ambulanti.
Il violino, nel XVI secolo, era dunque usato principalmente nella musica di danza;
in seguito assunse funzioni più nobili (nelle corti o nelle chiese) e la sua presenza
viene registrata in varie “scuole” a partire da metà secolo.
Nel XVII secolo si assiste alla vera diffusione mondiale di questo strumento. Le
liuterie si radicano nelle città di tutta Europa, ognuna con un segno caratteristico
differente. La città più importante, però, rimane Cremona, dove Nicola Amati
porta avanti l’arte del padre assieme ad alcuni suoi discepoli, tra cui un certo
Antonio Stradivari, che più avanti diventerà uno dei migliori e più rinomati costruttori
di questi strumenti nella storia della musica.
Da questo secolo a oggi la forma esterna del violino non è cambiata, ma sono
state con il tempo modificate alcune caratteristiche in funzione dei nuovi metodi
costruttivi o della musica che vi veniva suonata.
Che fosse musica classica o musica popolare, il violino venne sempre preso
molto in considerazione a partire dall’età barocca per via delle sue caratteristiche.
Il tono dello strumento fa sì che esso emerga su tutti gli altri strumenti e ne fa
la base ideale per sorreggere il canto.
La facile portabilità e l’agilità sonora contribuirono ancora di più a rendere questo
strumento leggendario, anche grazie a quei musicisti virtuosi che sin dal
XVII secolo allietavano e allietano ancora il pubblico, spesso ritenuti capaci di
avvicinarsi anche alla voce umana.
(adatt. da https://blog.cittadellamusica.store)
-
Il testo cita diversi liutai attivi nel tempo in varie città d’Italia. Scrivi, accanto a ogni città, i nomi dei liutai o delle famiglie che vi operarono.
Cremona
-
Il testo cita diversi liutai attivi nel tempo in varie città d’Italia. Scrivi, accanto a ogni città, i nomi dei liutai o delle famiglie che vi operarono.
Brescia
-
Il testo cita diversi liutai attivi nel tempo in varie città d’Italia. Scrivi, accanto a ogni città, i nomi dei liutai o delle famiglie che vi operarono.
Venezia
Parte C.2
TESTO INFORMATIVO
Leggi il testo. Scegli la risposta corretta (A, B, C o D) per la domanda. Segna la risposta corretta. Solo una risposta è corretta.
STORIA E DIFFUSIONE DEL VIOLINO
Il violino è uno degli strumenti più amati del mondo, elemento imprescindibile
delle orchestre moderne, capace di destreggiarsi dalla musica classica a quella
metal.
Le prime documentazioni che abbiamo riguardo alla nascita del violino ci permettono
di datarlo orientativamente al XVI secolo. Ancora lontani dall’essere
gli strumenti che tutti noi oggi conosciamo, questi protoviolini erano la naturale
evoluzione di strumenti ad arco preesistenti (probabilmente le vielles e le
ribeches a tre corde). Erano divisi in tre “famiglie”, ciascuna in grado di coprire
una determinata tessitura sonora: soprano, tenore e basso.
L’Italia diede un apporto importante all’evoluzione di questo strumento. Se già
nel primo decennio del ’500 il centro di produzione più importante era Venezia
(si stima la presenza, in questo periodo, di circa 140 liutai in città), i primi strumenti
dotati della stessa forma e accordatura di quelli odierni comparvero a
Cremona, grazie ad Andrea Amati, a Brescia con Gasparo Da Salò e nella stessa
Venezia a opera della famiglia Linarol.
Contemporaneamente a ciò, altre fonti riportano la comparsa di questi strumenti
anche in altre parti d’Europa, quali Francia, Paesi Bassi e Germania, suonati
da musicisti ambulanti.
Il violino, nel XVI secolo, era dunque usato principalmente nella musica di danza;
in seguito assunse funzioni più nobili (nelle corti o nelle chiese) e la sua presenza
viene registrata in varie “scuole” a partire da metà secolo.
Nel XVII secolo si assiste alla vera diffusione mondiale di questo strumento. Le
liuterie si radicano nelle città di tutta Europa, ognuna con un segno caratteristico
differente. La città più importante, però, rimane Cremona, dove Nicola Amati
porta avanti l’arte del padre assieme ad alcuni suoi discepoli, tra cui un certo
Antonio Stradivari, che più avanti diventerà uno dei migliori e più rinomati costruttori
di questi strumenti nella storia della musica.
Da questo secolo a oggi la forma esterna del violino non è cambiata, ma sono
state con il tempo modificate alcune caratteristiche in funzione dei nuovi metodi
costruttivi o della musica che vi veniva suonata.
Che fosse musica classica o musica popolare, il violino venne sempre preso
molto in considerazione a partire dall’età barocca per via delle sue caratteristiche.
Il tono dello strumento fa sì che esso emerga su tutti gli altri strumenti e ne fa
la base ideale per sorreggere il canto.
La facile portabilità e l’agilità sonora contribuirono ancora di più a rendere questo
strumento leggendario, anche grazie a quei musicisti virtuosi che sin dal
XVII secolo allietavano e allietano ancora il pubblico, spesso ritenuti capaci di
avvicinarsi anche alla voce umana.
(adatt. da https://blog.cittadellamusica.store)
-
Qual è un sinonimo dell’aggettivo “imprescindibile” (evidenziato nel testo)?
-
I “protoviolini” erano
-
Con quale termine si può sostituire l’aggettivo “ambulanti” (evidenziato nel testo)?
-
A partire da quale data, circa, il violino si diffuse in modo significativo in Europa?
-
Il pronome “vi” (evidenziato nel testo) sostituisce le parole
-
Indica se le seguenti affermazioni sono corrette o no, in riferimento al testo.
Il violino è apparso prima in Italia e poi in altri paesi europei come Francia e Germania.
-
Indica se le seguenti affermazioni sono corrette o no, in riferimento al testo.
Antonio Stradivari fu un famoso e celebrato costruttore di violini.
-
Indica se le seguenti affermazioni sono corrette o no, in riferimento al testo.
A partire dal Seicento il violino ha cambiato forma per adattarsi ai nuovi gusti musicali.
-
Indica se le seguenti affermazioni sono corrette o no, in riferimento al testo.
Il violino è sempre stato uno strumento adatto solo alla musica classica.
-
Indica se le seguenti affermazioni sono corrette o no, in riferimento al testo.
Il violino sovrasta la voce umana e non è adatto ad accompagnarla.
Parte D.1
LESSICO
Completa i seguenti esercizi.
-
Per ciascuna delle parole elencate trova un sinonimo o un contrario. Ti viene fornita la lettera iniziale.
Netturbino (Inizia per S)
-
Per ciascuna delle parole elencate trova un sinonimo o un contrario. Ti viene fornita la lettera iniziale.
Odioso (Inizia per A)
-
Per ciascuna delle parole elencate trova un sinonimo o un contrario. Ti viene fornita la lettera iniziale.
Casa (Inizia per A)
-
Per ciascuna delle parole elencate trova un sinonimo o un contrario. Ti viene fornita la lettera iniziale.
Pauroso (Inizia per C)
-
Scrivi la parola derivata che corrisponde alla definizione data.
Caratteristica di chi è cocciuto:
-
Scrivi la parola derivata che corrisponde alla definizione data.
Un periodo di sei mesi:
-
Scrivi la parola derivata che corrisponde alla definizione data.
L’atto di accogliere:
-
Scrivi la parola derivata che corrisponde alla definizione data.
Negozio che vende articoli di cancelleria:
Parte D.2
LESSICO
Scegli la risposta corretta (A, B, C, D o E) per la domanda. Solo una risposta è corretta.
-
Completa ogni espressione usando il verbo corretto tra quelli elencati.
... attenzione.
-
Completa ogni espressione usando il verbo corretto tra quelli elencati.
... un modulo.
-
Completa ogni espressione usando il verbo corretto tra quelli elencati.
... un mito.
-
Completa ogni espressione usando il verbo corretto tra quelli elencati.
... un brano musicale.
-
Completa ogni espressione usando il verbo corretto tra quelli elencati.
... un concorso.
-
Indica se la parola sottolineata in ciascuna frase appartiene al linguaggio comune oppure a quello specialistico.
Studieremo l’orogenesi delle Alpi.
-
Indica se la parola sottolineata in ciascuna frase appartiene al linguaggio comune oppure a quello specialistico.
Ho mosso mari e monti per ottenerlo.
-
Indica se la parola sottolineata in ciascuna frase appartiene al linguaggio comune oppure a quello specialistico.
Porta a casa i quaderni di tutte le materie.
-
Indica se la parola sottolineata in ciascuna frase appartiene al linguaggio comune oppure a quello specialistico.
Riceverete un plico di fogli ciascuno.
-
Indica se la parola sottolineata in ciascuna frase appartiene al linguaggio comune oppure a quello specialistico.
Dovrai sottoporti ad alcune analisi.
-
Indica se la parola sottolineata in ciascuna frase appartiene al linguaggio comune oppure a quello specialistico.
Fatti un po’ un esame di coscienza!
Parte E.1
RIFLESSIONE SULLA LINGUA
Completa i seguenti esercizi.
-
Scrivi il plurale di ciascuno dei nomi singolari sotto elencati.
migliaio:
-
Scrivi il plurale di ciascuno dei nomi singolari sotto elencati.
dialogo:
-
Scrivi il plurale di ciascuno dei nomi singolari sotto elencati.
bue:
-
Scrivi il plurale di ciascuno dei nomi singolari sotto elencati.
autista:
-
Scrivi il plurale di ciascuno dei nomi singolari sotto elencati.
antitesi:
-
Nella frase seguente, la parola sottolineata non è quella corretta, ma le assomiglia. Scrivi la parola corretta nella casella corrispondente.
Cercai il braccialetto dappertutto, ma non riuscì a trovarlo.
Parola corretta:
Parte E.2
RIFLESSIONE SULLA LINGUA
Scegli la risposta corretta (A, B, C o D) per la domanda. Solo una risposta è corretta.
-
Individua la divisione in sillabe corretta per ciascuna parola.
Prioritario:
-
Individua la divisione in sillabe corretta per ciascuna parola.
Certificare:
-
Individua la divisione in sillabe corretta per ciascuna parola.
Paniere:
-
Individua la divisione in sillabe corretta per ciascuna parola.
Sassaiola:
-
In quale delle seguenti frasi trovi un complemento predicativo dell’oggetto?
-
In quale delle seguenti frasi la preposizione “con” introduce un complemento di compagnia?
-
Quale dei seguenti periodi è semplice, ossia composto da una sola proposizione?
Parte E.3
RIFLESSIONE SULLA LINGUA
Leggi il testo. Scegli la risposta corretta per la domanda.
Sia al Sud sia al Nord d’Italia le forze democratiche, unite dalla lotta contro i nazifascisti, si confrontavano sul futuro del paese, ma non era facile mettere d’accordo, in quel contesto, tante forze con idee differenti.
-
Il periodo è formato da 5 proposizioni.
-
La proposizione principale è spezzata in due parti.
-
C’è una proposizione subordinata temporale.
-
C’è una proposizione coordinata avversativa.
-
C’è una proposizione soggettiva implicita.